CORSO DI FORMAZIONE MDPAC RIVOLTO A PSICOLOGI e PSICOTERAPEUTI

"Parlare è un bisogno, ascoltare è un'arte" (Goethe)...ascoltare senza giudicare è TERAPEUTICO.

"Sai una cosa? Certe persone non vogliono essere salvate. Perché la salvezza implica un cambiamento. E il cambiamento richiede uno sforzo maggiore dal restare uguali. Occorre coraggio per guardarsi allo specchio e vedere oltre il proprio riflesso" (G. Morrison).



                                 

Molti distinguono le emozioni in positive e negative, i più lungimiranti individuano in ciascuna emozione una valenza positiva e una negativa. L'ottica MDPAC supera entrambe queste concezioni ancorate al predominio della sfera razionale e considera la sfera emotiva esclusivamente in senso protettivo.

La costruzione del Metodo del Disegno Psicoemotivo per l'Analisi e la Consapevolezza è strettamente connessa alla mia esperienza sia professionale che personale in qualità di genitore. 

Questo lavoro sull’utilizzo del disegno nella pratica clinica con gli adolescenti e gli adulti prende spunto da una riflessione sul percorso verso l’autonomia che talvolta può subire dei blocchi o delle accelerazioni non favorendo il taglio del “cordone psichico ed emotivo” secondo tempistiche adeguate. Nel senso comune molto spesso alcuni termini riferiti a stati emotivi sono usati come sinonimi, pur riferendosi a vissuti differenti tra loro, come ad esempio la triade imbarazzo, vergogna e senso di colpa oppure sentimenti quali l'invidia e la gelosia: L'MDPAC permette di differenziare le emozioni raggiungendo un livello integrato di consapevolezza psicofisica.


Il protocollo MDPAC prevede quattro fasi: 1. 5 caratteristiche/disegno albero genealogico; 2. Lavorare con il disegno e la scrittura su una sequenza di 12 emozioni lungo il continuum temporale "passato-presente-futuro": il numero 12 ha un significato sia simbolico che antropologico; 3. 5 caratteristiche e albero genealogico retest; 4. Procedere con il “taglio del cordone fotografico”*. 

La cornice teorica di riferimento deriva dall'integrazione di vari approcci come quello sistemico relazionale, cognitivo, della psicologia regolativa di Luscher e psicodinamico: in questo ultimo caso le teorie di riferimento che descrivono le fasi attraverso cui il bambino si rende autonomo dai caregivers (soprattutto la madre) sono quella di Winnicott (dipendenza assoluta vs autonomia), della Malher (fase autistica vs separazione/individuazione) e la teoria dell'attaccamento di Bolwby (Stili di attaccamento e Modelli Operativi Interni).

L'MDPAC è sia uno strumento psico-educativo volto al raggiungimento della consapevolezza circa le origini delle proprie emozioni sia un percorso di individuazione della persona, attraverso l'analisi di questioni transgenerazionali che non sono state risolte dalle figure di attaccamento: il paziente regredisce per progredire verso l'adultità. In questo lavoro la persona è considerata come un sistema complesso e viene stimolata attraverso il binocolo emotivo a integrare gli aspetti della propria storia personale e famigliare, cognitivi, pulsionali, corporei, spazio-temporali e relazionali.

Il terapeuta garantendo un ambiente "PRE-DIS-PONENTE" assume il ruolo del Virgilio che acompagna il Dante personaggio a riappropriarsi del Dante autore e divenire guida di se stesso. La storia del paziente e quella del terapeuta si incontrano generando un nuovo percorso: in tal senso è possibile affermare che la somma di uno più uno è uguale a tre.

L'MDPAC può essere usato sia dagli psicologi alle prime armi, data la linearità applicativa sia dagli psicoterapeuti che possono interporre questo metodo tra la psicodiagnosi e la psicoterapia vera e propria, oppure integrarlo con altre tecniche come ad esempio esercizi di rilassamento, la Mindfulness, la coerenza cardiaca, il training autogeno e l'EMDR. Non sempre i pazienti sono pronti a cimentarsi con il "lavoro terapeutico" e hanno prima bisogno di una fase psicoeducativa, di stabilizzazione e  di normalizzazione: in altre parole prima di partecipare alla "Maratona" è importante eseguire un allenamento "sufficientemente buono".






Perché usare l'MDPAC con i propri pazienti? 

https://www.youtube.com/watch?v=VnfQtU4TmQE

La maggiore consapevolezza (emotiva) migliora la funzione vagale. Il nervo vago partecipa alla regolazione delle funzioni di quasi tutti gli organi interni. Il nervo vago innerva la laringe, la faringe, la parte alta dell'esofago, una parte dell'apparato esterno dell'udito, il cuore, i polmoni, lo stomaco e l'intestino. La sua compromissione genera vari sintomi, come tachicardia, crampi, nausea, dolore e rigidità del collo. L'MDPAC è uno strumento molto utile nella pratica clinica a prescindere dall'orientamento terapeutico di appartenenza.


Possiamo considerare l'MDPAC come una mappa per uscire dal labirinto emotivo in cui una persona si può trovare in un determinato periodo di vita?  No, l'MDPAC non è la mappa, ma il labirinto. Quando le emozioni ci sfuggono di mano, sfuggono dal nostro controllo, le consideriamo come qualcosa da sconfiggere, il nostro nemico, il nostro labirinto. In realtà le emozioni esplodono, perché non le ascoltiamo oppure quando diamo attenzione solo ai pensieri e sono questi che divengono la vera trappola: le emozioni hanno una valenza protettiva e chiunque abbia visto "Inside Out" può intendere ciò di cui sto parlando. L'MDPAC è il labirinto emotivo e lo psicologo/psicoterapeuta che usa questo strumento non fornisce una mappa, ma consente alla persona di costruire la propria mappa: ogni labirinto ha un'entrata, ma anche un'uscita. Nella vita si trovano tante persone disposte a fornirti una mappa, pochissime a entrare con te nel labirinto e provare, comprendere, condividere ciò che tu stai provando. L'MDPAC costruisce il tuo labirinto, così che tu solo possa conoscerne l'entrata e l'uscita (oltre al terapeuta s'intende).

"La sola consapevolezza cognitiva non basta: regredire per progredire. 
MDPAC: un viaggio emotivo alla riscoperta di se stessi!".

“Per un campione, iniziare a riflettere sulla tecnica nel bel mezzo di una gara è una ricetta sicura per perdere” (Daniel Goleman).

Al momento è possibile iscriversi al corso di formazione MDPAC individuale in qualsiasi momento su richiesta: la quota di iscrizione è pari a euro 308.

Il corso può essere effettuato in sede a Torino oppure tramite Skype su tutto il territorio nazionale.


Ambiti di applicazione:

  • Sostegno psicologico individuale con adulti
  • Sostegno psicologico ai genitori
  • Sostegno psicologico alle coppie
  • Interventi di gruppo
  • Interventi psicoeducativi in età evolutiva
  • Laboratori sulle emozioni in vari ambiti
  • Laboratori sull’assertività e il miglioramento delle capacità di comunicazione

Si rilascia ATTESTATO DI FREQUENZA.

Per informazioni inviare una e-mail a: antoniocisternino@virgilio.it





* Il taglio del cordone nel lavoro con l'MDPAC si riferisce all'acquisizione di una propria autonomia di scelta a livello psichico-emotivo nelle varie circostanze della vita non solo dalle figure parentali, ma anche dalle questioni transgenerazionali rimaste irrisolte e dalla parte infantile di noi egocentrata che non ci consente di camminare verso l'adultità.

Esempi concreti possono essere: un ragazzo si iscrive all'Università perché la propria madre avrebbe voluto studiare e per vari motivi non ha potuto farlo. Il ragazzo non riesce a dare esami e ha gli attacchi di panico; una donna di 40 anni ha una relazione con un uomo divorziato, ma non dice nulla ai suoi genitori perché giudicherebbero questa relazione inappropriata e racconta loro un sacco di bugie; un ragazzo di 26 anni ha la fobia di viaggiare...la stessa fobia ce l'aveva la nonna paterna: il nonno è mancato in un incidente automobilistico; un lavoratore non sopporta le critiche del capo, perché gli ricordano i rimproveri del padre.

Come afferma la Mahler "la separazione psichica non coincide mai con quella biologica"...Il taglio del cordone emotivo non deve essere inteso unicamente come separazione, ma come opportunità di scegliere a quale distanza porsi nelle situazioni, di trovare la "giusta distanza" tra sé e l'altro e quindi decidere eventualmente anche di avvicinarsi. Pensi al cordone ombelicale..il taglio permette di separare madre e bambina/o, ma allo stesso tempo i due possono abbracciarti, anzi l'abbraccio è vitale: è vero anche con il cordone la madre avvicina il bambino a sé, ma il movimento è limitato, costretto e non favorisce l'autonomia.

L'MDPAC è uno strumento psicoeducativo e un percorso di consapevolezza integrata di se stessi: si parte dall'albero genealogico approfondendo le dinamiche famigliari, il significato etimologico e la storia della scelta del nostro nome da parte dei genitori.


Commenti

  1. Il corso è molto utile e formativo, ma soprattutto è un viaggio interiore che conduce al cuore della propria identità. Da sperimentare...

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    1. Cara Elisabetta, grazie per questo feedback e per l'impegno profuso durante il corso di formazione: affiancarti nel tuo viaggio è stato molto arricchente anche per me.

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  2. Concluso il mio percorso formativo sul metodo MDPAC ringrazio innanzitutto il Dott. Cisternino per la sua disponibilità, empatia, assertività, competenza ed estrema generosità.
    Il percorso è stato intenso cognitivamente ed emotivamente, aggiungendo "valore" professionale e personale alla mia essenza.
    La componente di "gioco" e l'integrazione delle differenti dimensioni (cognitiva, emotiva, comportamentale) relative al passato-presente-futuro (e quindi IO BAMBINO e IO ADULTO) ritengo consentano di approfondire la conoscenza e consapevolezza di sé e arricchire le informazioni necessarie al terapeuta per dirigere i suoi interventi.
    L'esperienza formativa fatta mi porta, inoltre, ad affermare che, potendo applicare tale metodo anche in fasi avanzate della terapia, sia possibile ottenere "profondi cambiamenti".

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    1. Un fumatore sa che il fumo fa male eppure continua a fumare, poiché "la sola consapevolezza cognitiva non basta". Molto spesso il paziente ci chiede aiuto, perché sino a quel momento ha trovato persone disposte a tirarlo fuori dalla nebbia con le proprie soluzioni. Il terapeuta si presenta come colui disposto a star nella nebbia con il paziente, affinché quest'ultimo trovi la sua soluzione. L'MDPAC è un percorso per comprendere se stessi incontrando un ambiente predisponente in cui recuperare la capacità di giocare e la creatività vuol dire esser in "salute". Grazie Maria per il tuo prezioso feedback e per le condivisioni durante il percorso formativo: che l'MDPAC possa aiutarti a ottenere tanti successi professionali.

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  3. Mi chiedevo se siano previsti corsi in presenza per docenti che vogliano formarsi alla didattica empatica sempre partendo da un processo di lettura interiore. Mi interessano costi, numero minimo di partecipanti e tempi previsti.

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    1. Gentilissima Hermy, il corso di formazione è rivolto unicamente a psicologi e psicoterapeuti, mentre è possibile strutturare percorsi MDPAC per il gruppo docenti con le opportune varianti e ciò può assolutamente andare a beneficio dello svolgimento del proprio ruolo, nonché migliorare la comprensione della relazione professore(ssa)-alunno/a/i. Cordiali saluti. Dr. Antonio Cisternino

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  4. Dr.ssa Olimpia Quattromini27 gennaio 2023 alle ore 11:09

    La formazione con il dottor Cisternino è molto piacevole, dinamica e profonda. La si può definire una sorta di viaggio nella propria anima ed è molto importante che tutti i professionisti della salute mentale si mettano continuamente in gioco. Col senno di poi la ri-sceglierei!

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    1. Grazie mille Olimpia per queste parole. Il concetto di viaggio è alla base del lavoro con l'MDPAC e quello di gioco rappresenta l'anima dell'incontro tra i partecipanti a questo percorso.

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